17 APRILE 2016 SI VA ALLE URNE PER DIRE BASTA TRIVELLAZIONI

Questa volta non resto muto parma
Carissimi soci e amici,

come sapete il 17 Aprile si terrà il referendum sulle Trivelle, un referendum voluto da 9 Regioni italiane, preoccupatissime per i gravissimi rischi e conseguenze che la ricerca e l’estrazione del petrolio comportano per l’ambiente, per la salute delle persone e per gli animali, nonché per i risvolti negativi sul turismo. Preoccupazione che noi condividiamo in modo ancor più profondo

Un Referendum su cui troppo si è taciuto, per ragioni di convenienze politico-imprenditoriali.

Vi chiediamo di non rendere vano il Referendum che per essere valido richiede che a recarsi alle urne sia il 50% + 1 degli aventi diritto al voto e VOTARE SI’ per bloccare il rinnovo delle concessioni di trivellazione

PERCHÉ’ VOTARE SI’? Ecco alcune informazioni di base.

1. Per ricercare ed estrarre gli idrocarburi si usa la tecnica denominata air-gun, cioè spari di aria compressa che generano onde che “leggono” il sottosuolo. Vi ricordate le polemiche sul loro uso e sul possibile rapporto con il terremoto che sconvolse la regione Emilia- Romagna?

Il sistema air-gun è accusato di produrre lesioni e perdita di udito a cetacei e altre specie animali. Sempre più frequenti sono infatti gli spiaggiamenti di questi animali sulle nostre coste.

Eventuali incidenti anche di piccola entità in un mare chiuso come l’ Adriatico porterebbero a danni incommensurabili. Il Mediterraneo, il nostro mare, non è un oceano e già è minacciato dall’elevazione della temperatura delle sue acque, con arrivo di fauna ittica tropicale e scomparsa della sua molta originale.

L’air-gun potrebbe inoltre provocare la subsidenza, ossia l’abbassamento della superficie del suolo, con danni immaginabili.

E’ noto come le trivellazioni già attivate non bastino a coprire il fabbisogno energetico italiano. Producono infatti SOLO il 3% del gas di cui l’Italia ha bisogno e lo 0,8% del nostro consumo annuo di petrolio. Generano un gettito di royalties modestissimo, impiegano poche decine di persone e inquinano molto, troppo (dati forniti da Greenpeace).

E’ pure noto come il petrolio presente nei giacimenti del nostro Paese è ben poco e di scarsa qualità.

I dati che il Ministero ha fornito a Greenpeace (raccolti da ISPRA e di proprietà di ENI, gestore delle piattaforme monitorate) mostrano una contaminazione ben oltre i limiti di legge per le acque costiere per almeno una sostanza chimica pericolosa nei ¾ dei sedimenti marini vicini alle piattaforme.

In questi sedimenti raccolti in prossimità delle piattaforme e nei tessuti dei mitili raccolti sui piloni di questi impianti si trovano metalli pesanti e idrocarburi, sostanze tossiche e in alcuni casi cancerogene in concentrazioni enormi (Greenpeace).

La Conferenza Internazionale sul clima di Parigi ben altro chiedeva: diminuzione dell’uso di idrocarburi, potenziamento delle energie rinnovabili. A Parigi c’erano anche i rappresentanti del nostro governo. Eppure….si vuol andare nella direzione contraria. La situazione del nostro pianeta è già drammatica. Non peggioriamola ancora e soprattutto in un territorio così devastato come quello italiano e in mari quasi chiusi come quelli che lambiscono le nostre coste.

Cari soci e amici, vi prego, riflettete su queste catastrofiche conseguenze.
IL MOMENTO E’ GRAVE VOTATE CON COSCIENZA e DIVULGATE IL PIÙ’ POSSIBILE L’IMPORTANZA DI QUESTO VOTO

Lella Gialdi – presidente