Caccia, al via anticipatamente la nuova stagione

Dal 1 settembre si è aperta anticipatamente in quasi tutte le regioni la stagione di caccia, che decreterà la morte di milioni di animali selvatici la cui tutela è sempre più a rischio a causa di politiche filo venatorie supportate anche da una parte del Governo.

“Quest’anno c’è un particolare accanimento contro gli animali selvatici”, spiega Enpa. “Gli abusi e le forzature delle Regioni, che concedono sempre di più ai cacciatori calpestando scienza, sentenze del Consiglio di Stato, della Corte Costituzionale, dei Tar, sono particolarmente evidenti. Occorre ricordare che la legge nazionale 157 del 1992 fissa l’apertura degli spari alla terza domenica di settembre e prevede che la preapertura possa essere concessa solo a rigide condizioni: il parere dell’ISPRA, l’istituto scientifico di riferimento, e la presenza di un piano faunistico venatorio regionale adeguato. Ma ogni regola viene calpestata: il piano del Lazio, ad esempio, risale al 1998.” Non importa se a morire per un sadico “divertimento” siano specie anche in netto declino, come la tortora, ormai classificata come “Spec 1” e dunque in condizioni di conservazione molto gravi. Anzi: rispetto agli scorsi anni, le Regioni hanno spesso regalato più possibilità di sparo senza avere una minima idea dello stato di conservazione della specie, senza un piano faunistico venatorio aggiornato, senza piani di gestione specifici. Fortissima la pressione venatoria voluta in particolare da Sicilia, Marche, Toscana, Umbria, Emilia Romagna, Calabria, Puglia e Campania. Solo Abruzzo, Liguria,Val d’Aosta e Province autonome non hanno adottato le aperture anticipate. Anticipi che, lo ricordiamo, rappresentano anche una vera minaccia alla pubblica sicurezza perché cadono in piena stagione turistica.

Forte l’appello dell’Enpa: “Chiediamo al Governo e soprattutto al Movimento 5 Stelle, che rappresenta più di ogni altro la volontà popolare, di ripristinare la legalità e di fermare ogni deriva che mira al consenso dei cacciatori. Ormai tutte le specie sono a rischio e le Regioni cercano di legiferare anche su materie di esclusiva competenza statale, calpestando la Costituzione: è il caso di orsi e lupi, sempre più nel mirino di chi vorrebbe ucciderli per ragioni elettorali. Non vorremmo che dopo i disastri del precedente Governo, questo attuale sia ricordato come quello contro gli animali, contro la natura, contro la biodiversità. Ma non c è tempo, occorre agire subito, per rispetto dei cittadini che hanno sostenuto il cambiamento e che chiedono non solo garanzie per gli animali selvatici, ma anche per loro stessi: non dimentichiamo che la caccia ferisce o uccide ogni anno svariate decine di persone innocenti”.